Dopo la morte avvenuta l'11 aprile 1985 di Enver Hoxha, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale padre-padrone del Paese delle Aquile, ed in seguito ai cambiamenti avvenuti nei Paesi dell'Europa orientale, iniziò anche in Albania una fase di trasformazione che vide quest'ultimo bastione stalinista aprirsi alla democrazia.
Le grandi difficoltà economiche e sociali che attraversavano lo stato balcanico diedero il via ad un esodo che, nel 1991, rischiava di assumere proporzioni bibliche; i 30.000 profughi già in Italia erano solo l'avanguardia del "grosso", pronto a salpare non appena fosse stato giudicato conveniente e possibile.
L'esodo ulteriore di grandi masse, pertanto, era incombente; l'illusione del sogno italiano si palpava visibilmente tra le folle albanesi.
Il Governo italiano, allora, decise di portare in Albania i primi soccorsi umanitari per scoraggiare l'immigrazione e rimpatriare quanti illegalmente avevano raggiunto le coste italiane.
Compito della missione era quindi quello di distribuire ai magazzini di Stato albanesi gli aiuti di emergenza inviati dall'Italia dai porti di Durazzo e di Valona e l'assicurazione dell' assistenza sanitaria generica nonché la distribuzione di farmaci alla popolazione albanese delle due città.
Nella prima fase di svolgimento (settembre 1991- marzo 1992), i mezzi dell'Operazione "Pellicano" hanno assicurato il trasporto di 90.659 ton. di generi vari inviati dall'Italia.
La seconda fase della missione è consistita nella distribuzione di aiuti inviati dalla Comunità Economica Europea (marzo-settembre 1993), seguiti da una ulteriore tranche di aiuti italiani (Pellicano 3 settembre-dicembre 1993).
Alla missione, condotta da unità logistiche, hanno preso parte:
Battaglione Logistico "Carso"
Battaglione Logistico "Acqui"
Sinceramente fu un servizio fotografico proprio "in action" anche dal punto di vista umano.
Arrivai in Albania, a Tirana- Rinas con un volo civile ma affittato dal Ministero della Difesa. Sceso dalla scaletta, l'impatto fu davvero grande. Un altro mondo in tutti i sensi per chi e' abituato a vivere decorosamente e civilmente. L'impatto fu grande anche perche' il mio primo contatto con un abitante albanese fu con un bambino che da dietro un groviglio di filo spinato arrugginito mi teneva una mano e mi diceva:-Falmderit italiano, flalemderit (grazie)!!
Pur non conoscendo una parola di albanese mi immaginai il significato di quelle parole e gli regalai un pacchetto di gomme da masticare che avevo nella borsa delle macchine fotografiche. Mi commuovo ancora nel ricordare l'espressione di quel bambino mente aveva in mano questa nullita' per noi ma per lui probabilmente era la prima volta che le vedeva.
Esterno dell'aeroporto di Rinas: un ammasso di vecchi camion di costruzione cinese, ruote, cataste di ferraglia arrugginita, cannoni, mitragliatrici A/A accatastati alla rinfusa, bunker di ogni grandezza ovunque, polvere e strade con buche che se uno ci cadeva dentro,spariva. Una campagnola dell'Esercito mi carica e mi porta a Durazzo sede del Comando Italiano la mia residenza per qualche giorno in terra albanese.
Questa specie di "Villaggio Azzurro" non era altro che una residenza estiva per gli ufficiali e le famiglie dell'Aviazione albanese situato in una posizione bellissima, sul mare, davanti ad una spiaggia larghissima e incontaminata con alle spalle una pineta favolosa e antichissima.
Non mi dilungo nel racconto di cio' che vidi nel viaggio fra l'aeroporto e Durazzo o come era il porto di Durazzo perche' non ci sono parole per descrivere la completa miseria e abbandono totale di tutto.
Dal giorno successivo e' iniziata cosi' la mia visita al Contingente Pellicano con voli sul CH-47 e successivamente quella alle forze aeree. Una cosa devo pero' dire: la grande dignita' di questo popolo che ha sofferto in maniera indicibile per anni al quale sono affezionato ed ho trovato degli amici con cui ancora ho contatti.
No non ho purtroppo foto dell'esterno dell'aeroporto di Rinas di allora anche perche' i miei accompagnatori mi consigliarono caldamente di lasciare le macchine fotografiche in borsa perche' l'aeroporto era base militare e soggetta a forti restrizioni per cui, onde evitare problemi con la polizia militare albanese, era meglio non osare. Inoltre anche per motivi di opportunita' perche' non sarebbe stato bello vedere uno, appena sbarcato da un aereo, scattare foto su foto ad un contesto non sicuramente da viaggio turistico.
L'unica foto scattata molto velocemente e' questa Il militare fra il MiG e il camion fece fermare il mezzo e sceso minacciosamente mi urlo' qualche cosa di incomprensibile come lingua ma
"comprensibile" come tono! Non posso dargli torto, anche perche' qui di fotografi fino a poco tempo prima non c'era neppure l'ombra. Era la prima volta che vedevo un MiG-15U dal vero! Gli
ufficiali che mi accompagnavano mi portarono via quasi di peso perche' quel militare albanese gia' parlava con una radio con chissa' chi!
Chi arriva oggi all' Aeroporto Internazionale di Tirana-Nënë Tereza (Aeroporto Madre Teresa di Calcutta) di Rinas distante circa 25 km dalla capitale e' immerso in uno splendido e modernissimo complesso con una aerostazione grandissima, pulitissima, giardini, parcheggi, monumenti futuristici, taxi confortevoli ecc ecc insomma come siamo abituati a vedere importanti aeroporti durante i nostri viaggi. L'aeroporto divide la pista con il "traffico militare" che utilizza l'area opposta a quella civile. Infatti si possono vedere i vari Mig disposti in bella mostra ed alcuni gia' posti a gate guardian.
Ben diverso invece era il clima e l'area militare nel 1994 quando il sottoscritto era all'interno della base di Rinas dopo un avventuroso viaggio da Tirana fino a questo villaggio che ospitava la grande base della Forcat Ajrore Shqiptare. Un ammasso di mura sgretolate, costruzioni fatiscenti, erbacce e arbusti che regnavano sovrani, polvere, sassi, rottami di ogni genere dai grandi immensi camion ad affusti contraerei arrugginiti cotti dal tempo e dal sole.
I poveri militari di guardia alla porta carraia, ossia un cancello sgangherato, arrugginito, cigolante, storto che inizialmente era pitturato in azzurro con sopra ciascuna delle due ante l'insegna in ferro dell'aquila bifronte albanese, anch'essa sgangherata, storta, sverniciata e così via, vedendo scendere da una macchina civile un soggetto non certo del luogo accompagnato da due ufficiali del servizio intelligence, credettero di aver visto un UFO inizialmente poi chissa' chi, quale personaggio strano e lo sconcerto li assali' fino al punto da essere un po minacciosi fino all'arrivo di un ufficiale che consultando tutte le carte presentate ed aver contattato il suo comando diede ordine di aprire .
Capisco la reazione di quei poveri soldati di guardia, ma la realta' albanese del tempo era veramente impensabile da noi; il dittatore era gia' caduto ma la mentalita' rimaneva ben radicata ancora ed in poco tempo non si potavano spazzare via anni e anni di dura repressione e di terrore. A quel tempo era impensabile che un occidentale potesse trovarsi davanti a quel cancello, ma ipotizzando che fosse stato possibile se una sentinella, una guardia avesse sbagliato, la punizione sarebbe stata incredibile e immediata per cui non posso dare tutti i torti a quei ragazzi ma un Kalashinikov brandito minaccioso fa un certo effetto.
Tutto comunque si risolse nel migliore dei modi ed anche i miei accompagnatori erano piu' rilassati. Un caffe' turco al "circolo ufficiali" instauro' un clima veramente disteso e il comandante da vero leader impartiva ordini affiche' la mia visita fosse stata senza altri intoppi e scusandosi per come si era aperta l'accoglienza mi condusse per i meandri della base quasi invisibile dall'esterno. Infatti tutti gli shelters erano interrati ed una pista di raccordo con asfalto mimetico li collegava.
La flotta era costituita da Mig-15, Mig-15 UTI e da Mig-19 ossia Shenyang J-6 la copia cinese del MiG-19S. I miei occhi erano sbarrati incredibilmente e le pulsazioni ad un ritmo incredibile nel vedere questa linea di volo tutta pienamente operativa allora e non un ammasso di rottami come e' ora o come era durante la mia ulktima visita in Albania.
Mi arrampico su uno shelter per fotografare un F-6 dall'alto e tutti ridono quando inciampo e cado bocconi in mezzo all'erba che lo ricopre! Sicuramente non avevano mai visto uno con al collo delle macchine fotografiche su un loro shelter! A volte il mio modo di lavorare era seguito con molta curiosita' da piloti e specialisti e anche'essi li potevo capire perche' non avevano minimamente la concezione di cosa fossa la fotografia che stavo facendo e nel loro passato non era assolutamente permesso scattare immagini dentro le loro basi perche' era spionaggio e la pena era gravissima.
La giornata dentro Rinas fu piena di mille altre occasioni, di sensazioni incredibili e anche di sapori piacevoli mescolati al caffe e alla rakia, la ottima grappa albanese. Il pranzo altrettanto interessante per cio' che fu servito con tanto tanto entusiasmo e di vero cuore ma di piu' per me essere accanto ai piloti che tanto mi incalzavano con domande sui velivoli della NATO. Ultima meraviglia prima di uscire: la sala vestizione dei piloti. Un salto immediato nel passato dopo l'apertura della porta di accesso: tute in cuoio pesantissime da indossare sopra quelle cinesi verdognole chiare, caschetti in cuoio con occhiali, maschere primitive...e il dittatore diceva che la Forcat Ajrore Shqiptare era la piu' moderna al mondo e che le altre forze aeree nemiche erano quasi inefficaci!
Una ultima visita alla "linea trasporti" : un maestoso Ilyushin IL-14 "Crate"e poi alla linea bombardamento con un accecante, metallico, meraviglioso, come nuovo Ilyushin IL-28 parcheggiati a Rinas uno accanto all'altro.
Qualche foto, alcune segnate dal tempo, che riassumono un po quella giornata:
Nell'estate del 1997 l'Albania era ancora un mondo sconosciuto ai piu' e assolutamente ad un livello di arretratezza spaventoso dovuto alla ferrea dittatura di oltre 50 anni.
La visita alla base di Farka fu qualcosa di inimmaginabile! Partito da Tirana con un piccolo pulmino militare di costruzione cinese in compagnia dell'autista e dell'ufficiale PR, percorro strade che potevano essere paragonate a tratturi di montagna costeggiate nei punti piu' impensabili da una miriade di bunker di differente grandezza che il dittatore aveva fatto costruire a migliaia in tutta l'Albania per affrontare una eventuale invasione dai paesi confinanti fra cui l'Italia.
Finalmente ecco la base che prende tutta una piccola vallata pattugliata costantemente da soldati armati che meravigliati della mia presenza ma rassicurati dagli ufficiali presenti che tutto e' autorizzato, pian piano si tranquillizzano e la tensione iniziale cala .
Poi ecco i Mi-4 parcheggiati ordinatamente nelle piazzole alcuni accuditi amorevolmente dagli specialisti. Pazzesco! Un salto all'indietro nel tempo! Fra questi c'era anche quello personale del dittatore Enver Oxa tutto bianco, in versione VIP, ora adibito a trasporto d'urgenza. Ebbi anche la fortuna di assistere ad una messa in moto.
Alla fine di aprile 2010 ho potuto ancora visitare la FAS (Aviazione Militare Albanese) e ritrovare i tanti amici ufficiali che gia' conobbi le altre 3 volte che ebbi occasione di recarmi nel paese delle Aquile.
Visitai questa Forza Aerea subito dopo la caduta del dittatore Enver Oxa che tenne il paese sotto una ferrea dittatura per quasi 50 anni isolando il paese da resto del mondo. Quella prima volta mi sembro' di fare un passo indietro nel tempo abituato a vedere nelle varie occasioni tutti i velivoli moderni, ma trovarsi davanti ad aerei che fino a quel momento erano soltanto visibili su sfocate fotografie ufficiali pubblicate sulle riviste aeronautiche, mi sembrava quasi impossibile. La mia incredulita' fu assoluta nel vedere che tutti i MiG21, MiG 15/17/19 ecc erano perfettamente operativi e nessun aereo era inefficiente!
Le altre 2 volte vidi il lento degradamento delle macchine con i primi velivoli inefficienti, cannibalizzati e ridotti all'osso con i voli.
Quest'ultima volta l'Aviazione Albanese e' completamente a terra per cio' che riguarda la linea caccia e tutti gli aerei per la maggior parte di origine cinese, sono a terra e ridotti ormai a relitti.
Oggi l'Albania e' entrata a far parte della NATO e l'unico reparto operativo e' lo squadrone elicotteri basato a Karka che dispone di elicotteri AB-205 e 206 ex AVES nonche' di Bolkow-105 ex Heerflieger tedesca. il suo spazio aereo e' difeso dagli Eurofighter del 36°Stormo. Oltre agli elicotteri dispone per i trasporti di 4 An-2.
L'Antonov An-2 (in cirillico Антонов Ан-2, nome in codice NATO Colt) e' un monomotore biplano multiruolo progettato dall'OKB 153 diretto da Oleg Konstantinovič Antonov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni quaranta. Impiegato dagli anni cinquanta dalla Sovetskie Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'Aeronautica militare dell'Unione Sovietica, rimase operativo per numerosi anni in tutti i paesi del Patto di Varsavia e filosovietici. Attualmente esistono ancora numerosi esemplari in condizioni di volo soprattutto nei paesi dell'ex blocco sovietico o in Africa.
Tecnologicamente già superato al momento del suo ingresso in servizio, nel 1947, il "Colt" è stato comunque il più prodotto aereo da trasporto del secondo dopoguerra, grazie alla sua straordinaria maneggevolezza a basse velocità, robustezza e versatilità. È stato prodotto anche nel modello a turboelica An-3, ma lo standard è dato dal robusto motore radiale di prestazioni inferiori ma ben più economico nella manutenzione.
L'An-2 è stato prodotto ampiamente anche per l'uso civile, come quello di aereo agricolo (nel ruolo di irroratore), da collegamento per regioni remote, aereo antincendio, ma nondimeno è stato usato anche come bombardiere di circostanza in alcuni conflitti, tanto che nel 1992 uno croato è stato abbattuto da un missile SA-6 Gainful serbo.
Premesso questa breve presentazione dell'aereo, e' mattina presto quando la macchina militare albanese mi attende all'uscita dell'Hotel a Tirana. Sono ancora assonnato perche' la sera prima mi hanno accompagnato in visita alla citta' e una birra di qua e di la.... ecc ecc. Mi deve portare a Berat-Kucova dove sono basati gli unici velivoli da trasporto ancora operativi. Il meteo a Tirana e' pessimo e a tratti piove. Decido di partire ugualmente anche perché Kucova e' abbastanza lontano dalla capitale per cui e' sperabile in una apertura.
La base e' grandissima e nulla e' rimasto delle costruzioni che vidi la prima volta quando varcai i cancelli di questa base; da qui operavano i Mig 19! Ma che desolazione!! Il comandante mi accoglie nel suo modernssimo ufficio dove troneggiano, dietro la sua scrivania, la Bandiera Albanese e quella della NATO. Immancabile il caffe' turco e la rakia sempre eccezionale, bianca come l'acqua ma non cosi' ...dissetante.
Parliamo in italiano e ci comprendiamo abbastanza bene ma poi quando il discorso diventa piu' serio e complicato interviene i mio interprete Guri. I Mig, o cio' che rimane di essi, li ho gia' fotografati per cui l'obiettivo principale della giornata sono i bellissimi Antonov An-2 non disponibili il giorno precedente. L'Albania ne ricevette 13 fra cui alcuni di costruzione cinese Shijiazhuang Y-5 . Un lungo tragitto in auto su un enorme raccordo mi conduce ad una catasta immensa di cassoni di legno. Chiedo cosa e' contento all'interno e con grande naturalezza mi vien risposto che contengono motori ancora efficenti di Mig-17 e 19. L'auto riprende la sua corsa fino ad un grande hangar dove sono custoditi religiosamente i 4 "Colt". Un pallido sole spunta in cielo
Devo ringraziare di vero cuore tutte quelle persone gentilissime che, con una fatica improba, hanno portato all'esterno gli AN-2 affiche' fossero fotografati nel migliore dei
modi.
Il Nanchang CJ-6 è un aereo progettato e costruito in Cina per l'uso da parte del People's Liberation Army Air Force (PLAAF) come addestratore basico, praticamente la copia cinese del russo Yak-18.
Biposto in tandem e' alimentato da un motore radiale a pistoni Zhuzhou Huosai HS-6 da 260 hp. L'Albania ne ricevette 20 esemplari a partire dal 1962 e hanno operato fino al 2005 nel 1° e 2°
Squadrone del Reggimento 4004 dell'Accademia Militare di Valona.
Il Njesia Transportit Mjekesor e' l'unita' del Ministero della Salute Albanese predisposta al soccorso, recupero e trasporto di ammalati o persone in pericolo di vita i cui elicotteri sono basati su cio' che rimane dell'aeroporto militare di Tirana ormai soffocato dalle case e dai grattacieli sorti come funghi su quella che era la base sede del reparto trasporti su Antonov AN-2 All'intero della struttura travano ricovero anche alcuni elicotteri in dotazione alla Polizia.
Nel 2009 arrivai in Albania con un volo partito da Forli con un ATR 42/300 LZ-ATS la cui foto pubblicata mi costo' subito una forte romanzina da parte della polizia aeroportuale che si rivolse al sottoscritto con fare molto minaccioso. Tutto si calmo' all'arrivo dell'Ufficiale del Ministero della Difesa che...li mise sull'attenti e io li salutai con un...sorrisetto un po beffardo!!!! (avevano ragione loro comunque perche'il divieto di foto era chiaramente visibile con il simbolo internazionale!!!!)
Un'auto miltare mi attende nel posteggio dei taxi(ma li nessuno ha osato dire nulla)e mi porta velocemente davanti ad un hangar solitario, un po squallido incedibilmente prigioniero di case e
alti palazzi . Il piccolo eliporto da dove decollano elicotteri Bolkow 105, Alouette III ed Ecoureil della Polizia confina con un parcheggio dove la gente va e viene traquillamente intenta a
sbrigare le proprie faccende quotidiane e i bambini giocano a rincorrere un pallone indossando le maglie di squadre italiane di serie A. Mi sono chiesto , ma in caso di emergenza per uno di
questi elicotteri...............................????