Alla fine degli anni '60 la guerra civile nigeriana, combinata con una grave carestia, produsse nella regione del Biafra una delle più devastanti emergenze umanitarie della storia, condita da genocidi, fame, malattie e, purtroppo, oltre un milione di morti.
Molte organizzazioni si produssero in una corsa contro il tempo per aiutare la popolazione colpita dalla crisi. In prima linea intervennero le Chiese Cattoliche e Protestanti e le loro relative organizzazioni umanitarie tra le quali si distinse la Caritas. Fondamentale fu anche l'intervento della Croce Rossa Internazionale.
Fu organizzato un "ponte aereo" che operò fondamentalmente dall'Isola di São Tomé e da altri aeroporti africani, mediante l'utilizzo di aeromobili civili affittati o prestati all'organizzazione "Joint Church Aid" e alla Croce Rossa Internazionale, mentre la Canadian Air Force intervenne direttamente con un C-130. Purtroppo ben 29 piloti rimasero uccisi a seguito di attacchi da parte dell'Esercito della Nigeria in 10 distinte occasioni. Fu il più grande ponte aereo della storia dopo quello di Berlino.
Tra gli aerei che parteciparono al ponte aereo oggi vi presentiamo due DC-6 che, dopo l'eroico impiego, finirono la loro carriera tra i ghiacci dell'Islanda e che, almeno in parte, sono ancora visibili sul nero suolo Islandese.
Del primo esemplare rimane visibile il muso, inserito nel muro portante di un museo dell'aria di Akureyri.
Del secondo aereo, purtroppo, rimane solo un acciaccato relitto in un piccolo museo islandese.
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