Le associazioni Assaeroporti e Aeroporti2030 hanno diffuso congiuntamente i dati di traffico degli aeroporti italiani di marzo 2024 che vedono, a livello globale, un aumento dei movimenti del 7,5% (9,7% se si escludono quelli di aviazione generale) e dei passeggeri del 13,7% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Interessante anche l'aumento del traffico cargo del 15% circa grazie alle buone prestazioni di Milano Malpensa e Roma Fiumicino che, da soli, cubano ormai oltre l'80% del traffico merci nazionale e che tendono a drenare traffico anche da altri aeroporti specializzati (leggi Brescia e Bergamo).
Il sistema aeroportuale italiano sembra però muoversi in maniera poco omogenea, con alcuni scali che continuano a crescere con percentuali a due cifre e che hanno ampiamente superato i dati pre-pandemici, e altri scali che fanno fatica e che crescono con percentuali più basse e che sono ancora in ritardo rispetto al 2019. La "percezione", parola molto in voga in questo periodo a Verona e dintorni, è che l'Aeroporto Catullo sia ormai costantemente relegato in questa seconda categoria. Percezione che è ampiamente confermata dai dati.
I dati dei movimenti commerciali, con esclusione dell'aviazione generale, vedono un aumento su base mensile del 9,7% a livello nazionale con aumenti a due cifre per almeno nove aeroporti e sette aeroporti sotto il dato dell'anno scorso, tra i quali Verona e Venezia.
La crescita progressiva nei primi tre mesi del 2024 è del 9% a livello nazionale e sono sempre nove gli aeroporti che vedono aumenti a due cifre percentuali, con gli aeroporti del Nord Est, a esclusione del lanciassimo Trieste, che crescono con percentuali tra il 2,5% di Verona e Venezia e dello 0,4% per Treviso. Impressionante l'ulteriore crescita di Palermo, Catania e Bergamo, tutti oltre il 10% di percentuale.
Per quanto riguarda i passeggeri l'aumento di marzo, escludendo l'aviazione generale. si attesta a un 13,5% a livello nazionale, mentre gli aeroporti che crescono a doppia cifra passano a 11. Anche in questo caso Verona e gli Aeroporti "fratelli" crescono con percentuali sensibilmente inferiori alla media nazionale, dato confermato anche dalla sintesi del primo trimestre che, a fronte di un aumento a livello nazionale del 12,2%, vede Verona crescere del 4,7%, Venezia del 2,7% e Treviso dello 0,5%.
Per Verona possiamo quindi parlare di un marzo fiacco, leggermente in crescita per quanto riguarda i passeggeri ma in rosso per quanto riguarda il numero di movimenti. La proiezione del numero di passeggeri a fine anno non si discosta da un aumento previsto di circa il 5% e le prime conferme dovrebbero arrivare con i dati di aprile e i primi risultati dei nuovi voli di Volotea e Ryanair.
Il dati più eclatante è però il robusto ritardo nel numero di movimenti rispetto al 2018 e 2019, pari a circa il 18%, che traduce in un ritardo di circa il 2,5% nel numero di passeggeri. Quello che continua a crescere è invece il numero di passeggeri medi per movimento che ha raggiunto a marzo i 143,46, con un aumento rispetto al 2019 di quasi il 19%, e ciò grazie soprattutto all'adozione da parte di Wizzair, Ryanair e Volotea di aerei più capienti.
Il numero dei passeggeri trasportato a marzo 2024 è il quinto assoluto se si tengono in considerazione le annate dal 2000 a oggi. Il record appartiene ancora al 2008 con circa 240mila passeggeri, seguito dal 2011 con 222mila, dal 2019 con 221mila e dal 2012 con 220mila.
Per quanto riguarda i movimenti, come già accennato nei precedenti articoli, siamo di fronte a due ere completamente diverse visto che il record del 2003 di circa 3000 movimenti, circa il doppio di quelli attuali, generava un numero medio di passeggeri per movimento di 59,44 conto gli oltre 140 attuali.
Andando nel dettaglio, anche se la scarsa profondità dei dati non ci permette analisi più approfondite, si nota che a fronte di un ottimo riscontro del dato di traffico verso l'Unione Europea si registra un calo nel mercato interno, sia come numero di movimenti che come numero di passeggeri, anche se rimane altissimo il dato di numero medio di passeggeri per movimento.
Diciamo, per finire, che è il mercato UE (compreso l'UK) che sostiene l'Aeroporto di Verona ma questo non è per noi un segreto, rileggendo la storia del Catullo degli ultimi 20 anni.
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