Assaeroporti ha diffuso i dati di traffico passeggeri per il mese di settembre. Per l'Aeroporto di Verona, dopo i positivi riscontri nei mesi precedenti, si assiste ad una battuta d'arresto, con il consuntivo mensile in calo rispetto allo stesso mese del 2018.
Tiene il traffico nazionale, che fa registrare ancora un dato positivo, mentre cede in maniera significativa il dato dell'internazionale, soprattutto per le destinazioni entro l'UE.
A livello nazionale il traffico passeggeri cresce di circa il 2,4%, con la componente internazionale che segna un +4,9% a fronte di un traffico nazionale che cala del 2,5%. Il dato dei primi quindici aeroporti nazionali conferma la tendenza nazionale.
Il dato di Milano Malpensa e, parzialmente, quello di Bergamo sono contaminati dalla chiusura di Linate. Violenta la crescita di Bologna che sfiora i 900mila passeggeri con un +24,7% rispetto a settembre 2018 e ciò grazie soprattutto al +30% sull'internazionale.
E' soprattutto nell'internazionale che si manifestano le percentuali di crescita più interessanti. Oltre a Verona calano solo Olbia e Treviso, la prima a causa di fattori stagionali e per la riconfigurazione della rete di Air Italy, la seconda soprattutto per lo spostamento di alcuni voli Ryanair su Venezia. Verona, invece, cala, purtroppo, per la cancellazione di servizi e frequenze.
La suddivisione del traffico internazionale tra destinazioni UE ed extra UE conferma in gran parte il dato generale.
Per l'Aeroporto di Verona, dopo alcuni mesi di crescita, si assiste a settembre ad un calo dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2018. Si tratta, comunque, del secondo settembre più trafficato della storia del Catullo, secondo solo al dato dell'anno scorso (422mila) e davanti ai 404mila passeggeri registrati nel 2007.
I movimenti degli aeromobili calano in maniera più significativa, con un dato molto lontano dai record storici e, anche, ai dati di inizio decennio. Il calo in settembre è stato di oltre il 4%, con una perdita media di quasi cinque voli giornalieri.
Il dato dei passeggeri per movimento rimane alto e sconta il previsto calo dovuto alla rarefazione dei voli charter con aeromobili più capienti e allo stop di alcune rotte di alto coefficiente di riempimento.
Il dato progressivo evidenzia il rallentamento della crescita del Catullo, con la proiezione di fine anno che viene rivista al ribasso e con un consuntivo che dovrebbe superare di poco i 3,6mln di passeggeri, circa 3/400mila in meno rispetto alle previsioni del piano industriale.
Il colore rosso, quindi, domina il settembre 2019 del Catullo. Rimane buona la performance del traffico nazionale, cresciuto a settembre di un ulteriore 6,15% con un consuntivo dei primi nove mesi dell'anno a +11,64%. Calo nella componente internazionale, sia in quella entro UE (-5,11%) che, in maniera sorprendente, anche un quella extra UE (-2,38%).
Sempre nell'internazionale rimane positivo il dato da inizio anno (+2,34%) grazie alla componente extra UE (quasi +10%), mentre sulle rotte entro UE il calo è di circa l'1,20%. Sono 12.000 i passeggeri internazionali persi in settembre che, ricordiamo, sono quelli che portano più denaro nelle casse degli aeroporti e nell'indotto.
Preoccupante, infine, il dato dei movimenti internazionali che, a settembre, cala del 7% rispetto allo stesso mese del 2018. Solo in settembre il Catullo ha perso 160 movimenti, pari a più di cinque voli al giorno, mentre nel traffico nazionale il dato è stabile. La preoccupazione viene dal fatto che il dato sta peggiorando mese dopo mese. A giugno, per esempio, il ritardo sull'anno precedente era fermo a 87, mentre oggi siamo ad oltre 400.
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