Nel mese di agosto 2019 sono transitati dall'Aeroporto di Verona circa 496mila passeggeri, record assoluto per un singolo mese dal 1999 ad oggi, e cioè da quando sono disponibili i dati di Assaeroporti.
La crescita rispetto allo stesso mese dell'anno scorso è del 6,2%, più accentuata nel nazionale (+16%) e meno sull'internazionale (+2,4%), coi passeggeri verso l'Unione Europea invariati (+0,4%).
Il record ha però un retrogusto un po' amaro. Il buon dato di agosto, infatti, dipende quasi esclusivamente dall'aumento del numero medio di passeggeri per volo, visto che il dato totale dei movimenti degli aeromobili è in calo del 2%.
Vediamo nel dettaglio i dati:
L'incremento rispetto all'agosto dello scorso anno si attesta al 6,24%, con una crescita in linea con gli altri mesi del 2019 ad eccezione di luglio. Sono quindi circa 29mila i passeggeri in più transitati dal Catullo, con un incremento di circa 130mila rispetto ai minimi del 2013 e 2015.
Si accentua il dato della stagionalità; mentre i mesi estivi sono i migliori delle ultime otto stagioni, il dato di gennaio e febbraio è ancora sotto il risultato del 2012.
Nel mese di agosto i movimenti di aeromobili (esclusa aviazione generale) sono stati circa 3.600. con un calo rispetto al 2018 di circa il 2% (circa 70 movimenti in meno). La tabella evidenzia il profondo ritardo rispetto ai dati del 2012, molto più accentuato durante l'inverno (media oltre il -25%) e meno visibile nei mesi estivi.
Come precedentemente accennato, il dato positivo di agosto è determinato quasi esclusivamente dall'aumento del numero medio di passeggeri trasportati per ogni volo, passato dai circa 127 del 2018 ai circa 138 del 2019. Tale incremento è determinato da tre fattori, e cioè l'aumento del coefficiente medio di riempimento, l'incremento di capacità degli aeromobili utilizzati (vedi Volotea dal 717 al 319 o Aeroflot dal 320 al 321) e dal progressivo aumento dei servizi low cost che, notoriamente, hanno coefficienti di riempimento più alti rispetto ai vettori tradizionali.
L'analisi dei dati progressivi ad agosto evidenzia ancora un incremento dei movimenti del 2% che scaturisce essenzialmente dalla dote dei primi due mesi dell'anno. Siamo ancora lontani del 10% dai massimi degli ultimi otto anni.
Il numero dei passeggeri, dopo aver superato i 2,5 milioni ad agosto, proietta il dato finale del 2019 ad un una forchetta tra i 3,6 e 3,7 milioni, ampiamente sotto le previsioni del gestore pubblicate nel masterplan del 2015.
Sullo scenario nazionale il mese di agosto ha visto un incremento medio dei passeggeri del 3,8%, con l'Aeroporto di Verona che si classifica al 15° posto tra gli aeroporti più trafficati (di fatto 16° vista l'assenza per chiusura di Linate) con una crescita in linea con quella dei maggiori concorrenti della zona (Bergamo +7,9%, Bologna +7,8%, Venezia +1,4%).
Il dato deludente, come vedremo meglio nella prossima tabella, è quello del traffico internazionale, dove l'Aeroporto di Verona si piazza 11° (12° con Linate) con un incremento di solo il 2,4%, superato da Bari che sale del 22% e quasi raggiunto da Olbia che cresce del 5,3%. Numerosi gli aeroporti con aumenti a due cifre.
La lettura più approfondita dei dati di Verona evidenzia, per il mese di agosto, una crescita del 16% dei passeggeri sulle tratte nazionali e del 2,4% sulle tratte internazionali, con una crescita vicina allo zero per le rotte entro l'UE e del 7% circa per le rotte extra UE.
Il dato deludente del traffico internazionale è determinato dal calo dei movimenti. Sul nazionale i voli da e per Verona crescono del 2%, mentre sull'internazionale calano di ben il 4%. Il dato è appesantito dal tonfo dei movimenti entro UE, che calano di 110 e quindi del 6,2%, mentre il dato extra UE è leggermente positivo.
Il progressivo dall'inizio dell'anno conferma l'aumento di passeggeri e movimenti sulle tratte nazionali ed il calo di passeggeri e (soprattutto) movimenti sulle tratte verso l'UE. Notevoli, infine, gli aumenti del numero di passeggeri per volo, mediamente del 9% a livello globale e del 14% sul nazionale. Il dato più alto è di 157, registrato nelle tratte extra UE, favorito in buona parte da un certo risveglio del mercato dei charter.
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