Cinquanta aerei, undici solo gli Spitfire, ma anche Curtiss, Bristol, North American, Messerschmitt, Boeing, Junkers e tanti altri... Non esiste altro posto nel vecchio continente dove si possano ammirare nomi così altisonanti in ambito aeronautico in perfette condizioni di volo, il luogo è l'Imperial War Museum di Duxford e come tutti gli anni, sperando che il buon Dio lo tenga in gloria, si rimette in moto per organizzare lo spettacolo più esaltante che porta il nome del Flying Legends.
I numeri in gioco sono da capogiro, e non solo a livello economico, gli sforzi umani per far funzionare una macchina perfetta come questo Air Show sono incredibili e come tutte le edizioni riscuotono il giusto plauso dalle migliaia di visitatori che si sono accalcati a bordo pista per vedere dal vivo quello che la storia e lungimiranza di pochi ha saputo preservare.
Come detto, Spitfire, undici per l'esattezza, hanno aperto le danze del volo puntuali alle quattordici di sabato 11 e domenica 12 e fino alle diciotto non ci sono state pause (salvo un piccolo intermezzo dovuto al meteo domenica). Gli aerei, Mustang, Corsair, Hurricane e B-17 e molti altri hanno regalato adrenalina a fiumi con passaggi bassi e veloci, ma anche manovre al limite della struttura (ma sempre in sicurezza) che oggi servono a mettere in mostra la loro potenza e bellezza, ma durante la seconda guerra mondiale erano la differenza tra vivere e morire.
Gli ospiti d'onore, come ogni edizione, anche questa volta era di prim'ordine come il bombardiere Blenheim o il Curtiss P-36C, unico volante al mondo con la sua livrea lucida (anche troppo) o il Sea Fire.
Oltre a questo, a corollario, il museo con i suoi hangar ricchi di meraviglie in restauro o a trovare il giusto riposo dopo infinite ore di volo in tempo di guerra e di pace, comparse in divisa d'epoca, merchandising e tanto altro.
Duxford e il Flying legends sono unici, personalmente mi sento di consigliare l'uso e, perchè no, l'abuso. Credetemi, resterete soddisfatti. (D.O.)
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